top of page

Una pagina sempre aggiornata per ricordare le pretese del destino che ci sottrae delle figure care, o per commentare le follie degli uomini che distruggono o ci rubano il nostro bellissimo mondo

5 gennaio 2014. Anche oggi si è consumata una strage, tre persone massacrate, è successo all'interno di una villetta di Caselle. Il problema, per me, non è più ormai capire chi sarà il colpevole, ma cercare di comprendere il motivo  scatenante di una violenza che ultimamente è diventata cronaca quotidiana. I figli ammazzano i genitori, i genitori ammazzano i figli, i ladri legano e torturano, la violenza sulle donne è in continuo aumento, non c'è pietà per gli anziani, i pirati della strada fuggono senza coscienza, i govani si accoltellano allo stadio, nelle piazze, studenti che si scannano per cose di poca importanza....

 

È una lista senza fine, ma ai miei occhi appare in esponenziale aumento. Niente di tutto questo negli anni 60... 70... certo ogni tanto accadeva qualcosa di poco nobile, ma faceva scalpore, rimaneva a testimonianza della crudeltà dell'uomo nell'immaginario collettivo e non succedeva con questa diabolica cadenza.

 

La mia domanda è: cos'è che origina l'accelerazione? È forse l'emulazione? È colpa di un messaggio televisivo che ci propone ammazzamenti come se piovesse? È forse colpa di una società sempre meno unita? Nervosa, arrogante, insoddisfatta massa senza più Dio, priva di nuove certezze e priva di antiche, buone creanze? L'America dei telefilm è forse ormai penetrata nei cervelli e diffusa dentro casa? Io rammento un tempo in cui, girare di notte per le strade di Torino, non era un rischio per nessuno, andavo mano nella mano per via Roma con la mia ragazza. Mezzanotte era passata da un pezzo, ogni tanto si incrociava qualcuno, il più delle volte ci si salutava.

 

È un tempo che mi manca da tempo! Eppure le colpe forse sono di tutti noi, pigri, paurosi e tolleranti, figli di un tempo molle che ci ha rammolliti, sedotti, ipnotizzati. Sapevamo farci rispettare senza per forza ammazzarci a quei tempi di un'Italia unita e benestante, sebbene per altri versi nervosa, pericolosa, ma non così assassina, quasi casualmente. 

 

Non voglio pensare che si tratti di altro. Di quell'oscuro male che si sposta sulla pelle del pianeta. Il male per antonomasia, che semina e quindi, torna quando il tempo è maturo per raccogliere umana sofferenza come fosse un gioco. Se ne parla dal tempo dei tempi, talvolta gli si attribuisce un volto, in altre allegorie appare come una fatua essenza. Su di lui: romanzi e film, paura gestita a distanza... sarà mai? 

 

Diabolica figura senza volto che forse è tutto intorno a noi, dentro di noi, in ognuno di noi. Non voglio pensare che in qualche angolo dei nostri malesseri, siamo tutti diavoli, assassini e carnefici, facile preda di un momento di follia, eppure, ultimamente, a volte ucciderei...


Musiche: Blues project

 

 

Carlo Mariano Sartoris - scrittore, giornalista, novelliere

bottom of page